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UN VENETO COME CONSOLE GENERALE A SHANGHAI


Sostenere l’export e favorire la partecipazione dell’Asia all’Expo 2015. In sintesi, aiutare le imprese italiane nella conquista del mercato cinese. Con questa missione il ministro per gli Esteri Emma Bonino ha inviato il veronese Stefano Beltrame a Shangai dove, dal 12 febbraio, assumerà la carica di console generale d’Italia. Il Consolato di Shanghai comprende, oltre alla zona di Shanghai, anche le province del Zhejiang, Jiangsu e Anhui. Ieri Beltrame era nella sede scaligera di Confindustria, per presentarsi e illustrare quella che sarà la sua attività in Cina a una settantina di associati. Perché sarà soprattutto con il mondo imprenditoriale che l’ambasciatore dovrà lavorare. «La brutta notizia è che da domani (oggi, ndr) Beltrame lascerà la carica di consigliere diplomatico del governatore Luca Zaia in Regione», ha detto il presidente di Confindustria Giulio Pedrollo, nel ruolo di padrone di casa. Accanto a lui il vicepresidente Carlo De Paoli e il vicepresidente di Confindustria Veneto Enrico Carraro. «In questi tre anni abbiamo collaborato molto», ha aggiunto Pedrollo, «tuttavia il suo incarico a Shanghai è molto positivo, considerando l’importanza che ha per noi l’internazionalizzazione: le aziende che stanno superando la crisi sono quelle che hanno puntato sull’export. E io credo molto nell’investimento in Cina, alla luce della continua crescita dei consumi interni». LA PARTENZA. Laureato in Scienze politiche a Padova, dopo un’esperienza nel privato con Procter & Gamble e Johnson & Johnson, Beltrame ha iniziato la carriera diplomatica nel 1993. «Spedito in Kuwait all’indomani della fine della guerra, riuscii a prendere importanti contratti per imprese italiane», ha ricordato. Seguirono poi Germania, «subito dopo l’introduzione della moneta unica europea, intrapresi una campagna di pubbliche relazioni affinché l’Italia entrasse nella rosa dei Paesi fondatori dell’euro»; Iran, «dove lavorai con società italiane operanti nel campo petrolifero», e Stati Uniti. Proprio a Washington Beltrame conobbe l’allora ministro all’Agricoltura Zaia, e con lui iniziò un percorso per impedire il blocco dell’export del Brunello di Montalcino, in seguito a una polemica esplosa durante l’edizione 2008 del Vinitaly. La missione andò a buon fine, tanto che nel 2010 Zaia, diventato governatore del Veneto, volle il diplomatico al suo fianco. «A Venezia», ha raccontato Beltrame, «mi sono occupato di assistenza alle imprese, organizzando missioni diplomatiche. Ma abbiamo cercato anche di fare promozione economica, accogliendo le delegazioni straniere proponendo loro non solo gite culturali ma anche visite alle imprese del territorio». A dicembre la chiamata dal Ministero che, ha spiegato Beltrame, «mi ha affidato una missione che riflette chiaramente il cambiamento che stanno vivendo le ambasciate italiane, la cui attività è sempre più finalizzata al sostegno delle imprese che esportano. Shangai è cruciale in questo contesto». «Shanghai ha ospitato l’Expo del 2010 e sarà uno dei maggiori espositori al prossimo Expo di Milano, con tre padiglioni», proseguito Beltrame. «Inutile dire che il successo di questa esposizione universale sarà legato alla presenza di asiatici: io dovrò lavorare principalmente su questo fronte». Beltrame è consapevole del cambiamento economico che sta vivendo la Cina: «Dopo la crescita impetuosa dei decenni precedenti, sta iniziando un nuovo corso: l’obiettivo della Repubblica Popolare in questo momento è compensare il calo dell’export con la domanda interna, recuperando il terreno nel sociale e concentrandosi sulla lotta all’inquinamento». Anche i numeri sono, come ha detto il diplomatico, «di assoluto rispetto: la Cina cresce il 6% l’anno, Shangai conta 25milioni di abitanti, 120milioni se comprendiamo anche le città satellite. Il mio compito sarà parlare con i cinesi, capire quali porte bussare quando un imprenditore verrà a chiedermi aiuti e lavorare con le imprese». L’idea di come farlo, Beltrame l’ha ben chiara: «A fronte della massa di cinesi, noi partiamo in svantaggio: dobbiamo perciò fare sistema, favorire le aggregazioni, farci trovare preparati e forti».


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