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LA CINA RACCONTATA DAGLI STAGGISTI DI CA' FOSCARI


Ecco una raccolta di diverse impressioni e punti di vista dei giovani studenti di Ca’ Foscari provenienti dalle facoltà di orientali e di economia. Complimenti ragazzi per aver saputo cogliere i lati positivi di questa importante esperienza di lavoro e di vita…

FEDERICA PENNACCHIETTI

Il primo impatto con la città è stato tendenzialmente positivo, sebbene mi trovi ad abitare direttamente all’interno del Parco Industriale di Suzhou, e ciò costituisca un’esperienza un po’ diversa rispetto a quelle a cui ero stata abituata prima in Cina. Le distanze per gli spostamenti si allungano, ma è ben fornito di tutto e ovviamente ogni posto ha un gusto spiccatamente occidentale in questa zona. La città di Suzhou è bellissima,tipica, affollata, viva e dal gusto orientale, la raggiungiamo frequentemente nel tempo libero, unico inconveniente dista da dove viviamo circa 50 min di autobus. Nel tempo libero, si può fare di tutto, sport, shopping, turismo, benessere, la vicinanza di Suzhou a Shanghai e l’efficienza del servizio ferroviario ad alta velocità, ci permette di visitare Shanghai anche in giornata. Le amicizie per ora sono ancora un po’ rilegate al cerchio dei studenti di Ca’ Foscari, che si trovano tra Suzhou e Shanghai per il nostro stesso motivo. Ci si trova spesso insieme, anche se purtroppo finora, il clima è stato terribile, pioggia e freddo al di sotto dei 10 °C per oltre un mese e mezzo, con solo due giornate di sole.

GIACOMO AZZOLINA

Il primo impatto col parco industriale mi ha un po’ spaventato, perché mi sono reso conto che sarei andato a vivere in un posto abbastanza lontano da tutto e anche vagamente desolato. Poi una volta che abbiamo cominciato a muoverci grazie a taxi e autobus naturalmente l’impressione di Suzhou in generale è nettamente migliorata. Ora che ho girato un po’ anche il centro sono proprio soddisfatto. Inoltre il collegamento con Shanghai è ottimo e non ho nessun tipo di difficoltà irrisolta. Consiglio di guardarsi intorno a 360 gradi prima di attraversare la strada, e di tenere gli occhi sempre aperti anche sui marciapiedi: i motorini elettrici che girano di notte a fari spenti sono dei killer silenziosi e potenzialmente letali! Sconsiglio di andare all’Auchan il venerdì sera perché non si respira neanche.

MARTA MANIERO

“Sono Marta Maniero, studentessa del corso Magistrale di Marketing e Comunicazione, che grazie al bando porte dell’Asia ha avuto la possibilita’ di fare uno stage in Cina nel ramo del marketing. L’azienda nella quale sto svolgendo l’attivita’ di tirocinio e’ la Suzhou System Machinary, filiale dell’ omonima azienda italiana System Machinery, presente con un’ unita’ produttiva nel Singapore Industrial Park di Suzhou. Vivendo all’interno della Sip, una zona molto occidentale, caratterizzata da eccelenti infrastrutture, ordine e pulizia, ho avuto la possibilita’ di avvicinarmi gradualmente alla cultura cinese senza sentire troppo il cosidetto “shock culturale”.Questi primi due mesi in Cina sono stati sorprendentementi positivi. Lavorativamente, sto imparando molto, grazie alla possibilita’ datami di seguire il Gm nel lancio di un nuovo prodotto nel mercato cinese. Personalmente, invece, vivere in Cina, e’ un’esperienza unica e fantastica, e se non si a la lingua permette di mettersi in gioco in ogni momento della giornata, dal ristorante alla palestra.”

LUCA BONTEMPI

Al contrario di quanto si dice e pensa riguardo la Cina e i cinesi, non hanno come Dio il denaro. Ciò che venerano realmente è il bulldozer. E’ incredibile vedere un paese con una cultura millenaria radere al suolo qualsiasi cosa si intrometta ad un progresso cieco, insostenibile e tante volte fine a se stesso. Accozzaglie di cemento, acciaio e vetro che per noi europei agiscono come una sindrome di Stendhal al contrario.Una volta preso (e soprattutto accettato) questo gran cazzotto in un occhio e essersi ambientati un minimo, si inizia però ad apprezzare le tante piccole cose che mi faranno ricordare quest’esperienza con un sorriso a trentadue denti: la curiosità e le facce basite dei cinesi verso noi occidentali, le bettole unte e bisunte, le contrattazioni furibonde per tirare giù di 10 yuan il prezzo di carabattole, le regole casuali nelle stazioni ferroviarie, la delusione dei commercianti nello scoprire che non siamo russi ma italiani, e che quindi non ci avrebbero spennato per bene, le corse in motocarrozzetta (mezzo di trasporto geniale), le fantasie floreali infestanti e le continue sorprese di ogni giorno. Provenendo da Prato ho ben presente i comportamenti e l’atteggiamento dei cinesi in Italia, ma sono rimasto stupito di quanto siano disponibili e gentili, al contrario di quelli residenti nella mia città natale. Non credo che mi trasferirei mai in Cina, ma preferisco sicuramente fare il pratese in Cina che il pratese a Prato.

VALERIA PROCACCINI

Tiziano Terzani, celebre giornalista toscano vissuto in Asia per oltre vent’anni, cita in un suo libro un famoso sinologo francese Simon Leys il quale dice: “Il fascino unico che la Cina esercita su coloro che l’avvicinano puo’ essere paragonato all’attrazione tra i sessi”. Questa citazione credo colga in maniera profonda la sorprendente piacevolezza dello straniero che, spogliato delle aspettative troppo spesso basate su meri pregiudizi, per la prima volta arriva nell’Impero Celeste. “L’attrazione tra i sessi”, intesa come la ricerca, la curiosita’ del diverso e’ cio’ che mi ha spinto a raggiungere la prima volta questa terra ed e’ invece “il mal di Cina” che mi afflligge ogni qualvolta ritorno nel seppur tanto amato Bel Paese. A chi spesso mi chiede il perche’, ad oggi, ancora non sono riuscita a dare una risposta tanto valida da giustificare le mie ripetute permanenze in Cina. Questo immenso paese e’ la terra dove ci si sente a casa a migliaia di km di distanza, dove ci si sente liberi nonostante non sia un paese democratico, una terra di occasioni, di avventure e di contraddizioni, di lunghe e radicate tradizioni, un paese lontano ma molto piu’ vicino di quanto non si creda, un paese dove e’ ancora possibile stupirsi, meravigliarsi e sorridere.

ANDREA NEGRIN

La scelta di venire in Cina per me è stata molto dura in quanto diciamo che non era il mio sogno fin da bambino, anzi; pero’ dopo oltre un mese che sono qua posso affermare di essermi ricreduto e dire che mi trovo bene. Questo non vuol dire che vorrei restare qui per sempre, amo troppo la mia terra; pero’ consiglierei di provare questa esperienza a gran parte dei ragazzi. Purtroppo dove abito io a Zhangjiagang non è che ci sia molto da fare, la città ha 1,5 milioni di abitanti e si sta rinnovando sempre piu’. Ci sono ovunque costruzioni e penso che in futuro diverrà una città importante a livello economico e finanziario. Del lavoro poi, posso dire soltanto che bene; mi hanno fatto sentire a mio agio fin dall’inizio e nel progetto mi son fatto coinvolgere fin da subito. La Cina è un grande paese, pieno di risorse e posti da visitare. Ho avuto la possibilità di andare a Suzhou, Shanghai, Nanchino, ed entro la fine dello stage viaggero’ ancora, ne sono certo. Tra le cose negative posso dire con certezza la non pazienza della gente cinese (sia al volante che alle code per i biglietti), l’aria a volte irrespirabile ed il grigiore del cielo. In ogni caso, sono veramente felice di aver fatto questa scelta; mi dispiace solo che non sapendo la lingua non ho potuto magari fino in fondo godermi la spettacolarità di questa terra chiamata Cina.

KATIUSCIA MARINELLI

I cinesi sono tanti, hanno gli occhi piccoli e spesso puzzano. Non è vero, o meglio è vero, ma non è tutto qui. I cinesi sono anche grassi, molto più di 2 anni fa, sono grassi di glutammato e forse di benessere, almeno in questa parte di Cina, che poi non è proprio Cina Cina, o almeno questo è quello che mi hanno detto, perché io nella Cina Cina non ci sono mai stata.

I cinesi sono tanti e spesso sono in fila, la fila ordinata per fare i biglietti dei treni, per prendere i taxi, gli autobus, la fila alle casse del supermercato, delle biglietterie dei musei… Mi stupisco sempre nel vedere quanto siano superiori a noi italiani in fatto di file. Noi non ci sappiamo stare, ci agitiamo e iniziamo a muoverci a destra e sinistra per cercare di capire perché sia tutto così lento. I cinesi no, loro hanno fretta sempre, ma non quando sono in fila. La fila è sacra.

I cinesi sono comprensivi, ti parlano lentamente se non capisci o si esprimono a gesti finché non riescono a comunicare con te. Ti fissano perché sei straniero, ma si farebbero in quattro pur di aiutarti a completare un questionario, a non far tardi al lavoro, a salire sull’autobus giusto quando vuoi andare a fare un po’ di turismo.

Sì, in questa Cina si vive bene, almeno se sei un occidentale, sperando di avere un giorno l’opportunità di vedere anche l’altra Cina.

MARCO FABBIAN

“Prima di partire molte persone mi descrivevano la Cina come un mondo diverso rispetto a quello a cui ero abituato. Quella che credevo essere un’affermazione esagerata, si è invece rivelata vera. Le cose più banali, come ordinare al ristorante o trovare alcuni prodotti al supermercato, risultavano difficili da fare, ed un senso di smarrimento mi aveva pervaso. Fortunatamente mi sono abituato in fretta e piano piano ho trovato il mio equilibrio. Ora infatti mi sto divertendo a scoprire i molteplici aspetti di questo strano ed affascinante Paese, che mi sembra molto complesso da capire e che probabilmente mai capirò fino in fondo. A mio avviso, la pazienza, per chi viene in Cina per la prima volta, è uno strumento fondamentale per poter vivere serenamente e poter superare gli ostacoli della vita di ogni giorno.”

MARTINA GHERLENDA

Questa è la terza volta che vengo in Cina, quindi sono già abituata a molte stranezze tipiche dei Cinesi, non ci faccio più caso ormai. Ma non mi sono ancora riuscita ad abituarmi allo stile di guida cinese, probabilmente non ce la farò mai. Se negli altri viaggi in Cina prendevo spesso la metro per spostarmi, ora, a Zhangjiagang, il mezzo di trasporto che uso più spesso è l’automobile, e nei due chilometri di strada tra casa e lavoro rischiare uno o due incidenti è la norma. Precedenze non date, sorpassi che diventano quasi frontali, biciclette elettriche e carretti che si inseriscono senza preoccuparsi di chi stia arrivando… Le strade cinesi sembrano il Far West, nessuna regola! E questo si vede ancora di più nelle strade extra-urbane: se ci sono solo due corsie per carreggiata, molti utilizzano la corsia di emergenza per correre, e il sorpasso si fa indifferentemente a destra o sinistra. Inoltre, diversamente dalle altre volte, adesso vivo in un complesso di condomini abitato esclusivamente da Cinesi, in una zona dove io e il mio collega siamo gli unici Occidentali mai passati, suppongo. Ho quindi sperimentato in prima persona la passione dei Cinesi per i petardi: la sera, quando torniamo a casa, sentiamo gli scoppi e vediamo le luci in lontananza; la mattina spesso veniamo svegliati da questi scoppi, soprattutto perché il rumore è così forte da attivare anche gli antifurti delle macchine. Vivendo qui, ho scoperto anche le usanze in caso di funerali: arrivano i parenti da lontano e vengono montati dei tendoni nelle strade all’interno del complesso, sotto i tendoni mettono fiori e panche, e per diversi giorni si sentono musiche, canti e petardi (ancora più spesso).

STEFANO DAL CIN

Prima di partire non sapevo cosa aspettarmi, dato che non ero mai stato in Cina e tanto meno ne conoscevo la cultura. La prima impressione, dopo il lungo viaggio, è stata quella di aver fatto il passo più lungo della gamba, dovendo passare qui sei mesi, ho subito iniziato a chiedermi se ce l’avrei fatta. Ho sin dall’inizio cercato dei punti di riferimento, e devo dire che abitando nel SIP sono stato fortunato a trovarli facilmente, abitare in altre zone sarebbe forse stato più difficile. Solo dopo questo passaggio ho iniziato ad adattarmi alla vita qui in Cina, che devo dire, non è poi così male. E’ stato molto d’aiuto aver incontrato gli altri ragazzi che partecipano al mio stesso progetto, in questo modo è stato più facile integrarsi e provare nuove esperienze, che altrimenti non avrei vissuto.

THOMAS SITO

L’esperienza che sto vivendo in Cina da due mesi a questa parte è complessivamente più che positiva. Per quello che ho potuto vedere finora, è un popolo con alcune affinità incredibili alla cultura mediterranea. Il cibo è molto saporito, appena è possibile comunicare nella stessa lingua ci si prova altrimenti a gesti ci si riesce comunque a capire. Ho scoperto che per la cultura cinese è usuale essere il più disponibile possibile verso il prossimo e in generale presentarsi e relazionarsi in modo molto amichevole. Di aspetti positivi insomma non ne mancano e questo mi permette di vivere questa esperienza al meglio. Ma come ogni cosa nuova e diversa c’è sempre anche il retro della medaglia. Per dirla un po’ alla buona spesso sembra di essere a Napoli, la mia è tutta tranne che una definizione leghista, anzi, essendo per metà partenopeo, il rispetto delle leggi e del galateo, in certe occasioni, è lontano anni luce da una concezione prettamente “occidentale” e questo è un fattore culturale che necessita di essere accettato e compreso. Inoltre, un po’ come nel resto del mondo quando si vive in una metropoli, i tentativi di essere “fregato” non mancano mai e quindi è sempre bene prestare attenzione a quello che si fa.

Per quanto riguarda l’esperienza di stage non ho nulla da lamentarmi, anzi sono incredibilmente entusiasta. Ho avuto la fortuna di trovare un ambiente aperto e dinamico che riesce sempre più a stimolarmi per dare il meglio o quanto meno a provarci.

VALENTINA RIZZOLI

Questa è la terza volta che vengo in Cina, ma allo stesso tempo è anche una delle mie prime esperienze lavorative, quindi cominciare questo tipo di esperienza in un paese straniero all’inizio è stato molto intenso. Comunque la vita in Cina mi piace, anche se preferisco altre città cinesi rispetto a Shanghai perché la trovo troppo moderna, preferisco le città con qualche monumento storico in più, per esempio Pechino o Suzhou.

Riguardo il cibo, ci sono alcune cose che mi piacciono ed altre no, come per il cibo italiano, ma se dovessi fare un paragone sicuramente direi che il cibo italiano è molto migliore, anche se forse un po’ meno vario di quello cinese.

Della Cina mi piace il fatto che la vita costi meno rispetto all’Italia (nonostante i prezzi stiano aumentando anche qui), e che i negozi siano aperti anche di domenica, mentre in Italia non è così, o succede raramente; non mi piace invece il fatto che molti venditori e/o tassisti si approfittino degli occidentali, tendendo spesso a fargli pagare il doppio o il triplo di quello che farebbero pagare ad un cinese. Ed un’altra cosa che non mi piace, alla quale però ormai ci ho fatto l’abitudine, è vedere molti cinesi sputare per terra, anche a pochi passi da te…

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